L’Olocausto americano
Coordinadora Simón Bolívar | ||
Tradotto da Francesco Giannatiempo |
Per un presente di lotta radicato in un movimento per la difesa della causa amerindia (indigenismo) degno e combattivo contro l’ingiustizia, in fratellanza con gli afro-discendenti e con i meticci. Un’identità nella lotta per una società senza sfruttatori; un’identità senza esclusioni divisioniste né misticismi artificiali paralizzanti; senza manipolazioni dello pseudo-indigenismo made in USAID-UE - tanto compiacente alla genuflessione e al divisionismo neo-razzista dell’ambito popolare quanto funzionale al Grande Capitale. Alla vigilia del 12 Ottobre, abbiamo cominciato a ripensare la nostra identità con un fulcro unitario nella lotta per la giustizia sociale per tutte e tutti.
Da piccoli, per molte generazioni, ci hanno insegnato a celebrare il 12 Ottobre come “Il Giorno della Razza”… Questa distorsione della storia è solamente un dato in più di tante altre menzogne che ci hanno fatto ripetere fino a ritenerle vere. All’inizio, questa celebrazione venne imposta a ferro e fuoco. Fu imposta dal genocida conquistatore così come la sua lingua, le sue religioni, le sue credenze, il suo sistema politico ed economico, la sua cultura… attraverso lo sterminio sistematico di 70 milioni di nostri avi che vennero assassinati in molti modi, con il proposito di strappare loro la propria terra, spogliarli dei propri diritti ancestrali e, molte volte, addirittura per il solo piacere di vederli soffrire – come si può apprezzare in uno dei numerosi racconti di Fray Bartolomé de las Casas (Siviglia, 24 agosto del 1474 o 1484 – Madrid, 17 luglio del 1566) che fu un “encomendero” spagnolo [colonizzatore a cui veniva concessa un’ “encomienda”, ovvero l’assegnazione di un gruppo di indios a un colono, NdT] e poi frate domenicano, cronista, filosofo, teologo, giurista, «Procuratore o protettore universale di tutti gli indios delle Indie», ed è considerato uno dei fondatori del diritto internazionale moderno, un grande protettore degli indios e precursore dei diritti umani:
“Una volta ho visto che, mentre quattro o cinque capi e persone importanti bruciavano sulle graticole (e credo anche che c’erano due o tre coppie di graticole dove altri stavano bruciando), siccome si lamentavano con grandi grida e facevano pena al capitano o gli impedivano di dormire, lui ordinò che venissero soffocati; la guardia, che era peggio del boia che li bruciava (e so come si chiamava; conobbi persino i suoi parenti a Siviglia), non volle soffocarli: con le proprie mani, prima gli mise in bocca dei bastoni di legno affinchè non facessero rumore, e poi attizzò il fuoco fino a che potessero morire arsi lentamente come lui desiderava”.
La nostra vera storia è riempita di questi racconti crudeli, di violazioni, torture, mutilazioni e umiliazioni atroci che, con l’oblio della distanza temporale, oggi ci sembrano incredibili, sebbene non lontani dall’attuale realtà mondiale, dove l’impero – adesso statunitense – applica le stesse tattiche di conquista, con strumenti moderni (droni, missili, bombe, armi chimiche). Molti di questi eventi sanguinari non vennero mai registrati e molti altri vennerogiustificati con le scuse più ironiche che si possano immaginare, includendo persino “Dio”. E attualmente si invade con la scusa della “Democrazia” o si uccide contro il “Terrorismo”.
Tale processo di conquista, con l’aiuto della scienza, della tecnica e della tecnologia attuale, si è raffinato a livelli sorprendenti, in cui il dominato neanche si rende conto della propria condizione, ma addirittura arriva fino alla difesa di chi lo sottomette mentalmente; viene preparato(“educato”) a segnalare, condannare, fino ad attaccare chi pretende di liberarlo o a lottare contro l’imperialismo e i suoi nuovi metodi – molte volte fatti “Legge”.
Malgrado tanti secoli di dominazione - prima fisica e ora mentale – nel Popolo Povero è sempre sopravvissuto il sangue ribelle, combattivo e libertario dei nostri antenati, amanti della libertà e della natura, indomabili di fronte all’ingiustizia e, soprattutto, disposti a vendicare i propri morti. Questa fiamma è stata trasmessa di generazione in generazione, attraverso il racconto orale e scritto, e soprattutto con l’esempio della lotta.
In Venezuela dobbiamo fare sforzi per riscattarci dall’oblio, dalla censura imperialista e borghese, dall’alienazione come maniera di schiavitù mentale, e diffondere alle nuove generazioni la nostra vera storia di resistenza.
Devono divenire familiari e tornare ad affiorare nella nostra identità culturale i nomi dei nostri guerrieri indigeni, i nostri Caciques, tali come furono: Aramaipuro, Arichuna, Baruta, Catia, Caricuao, Cayaurima, Chacao, Chacumbele, Chicuramay, Cuaicurián, Conopaima, Guaicaipuro, Guaicamacuto, Guaratarí, Queipa, Mamacurri, Guarauguta, Manaure, Mara, Maracay, Meregote, Murachí, Naiquatá, Paisana, Paramacay, Paramaconi, Pariata, Maiquetía, Prepocunate, Sorocaima , Tamanaco, Terepaima, Tiuna, Yaracuy, Yare, Yavire, Paramaiboa, Pariaguán y Yoraco.
Nell’affanno di preservare la nostra memoria collettiva e storica, di mantenere accesa la rivolta latinoamericana dinnanzi all’invasore e, soprattutto, di costruire una società con una giustizia vera e con le libertà paritarie per tutti, la Coordinadora Simón Bolívar, propone di celebrare l’ 11 Ottobre come l’ “Ultimo Giorno d’America”; commemorare il 12 ottobre come l’ “Inizio dell’ Olocausto Americano” (o dell’ inizio dell’ “Invasione Europea dell’ America”); e il 13 Ottobre come l’ “Inizio della Resistenza Anti-imperialista in America”.
In Onore di Sabino Romero e a tanti altri fratelli che sono morti per mano del tuttora conquistatore,
Dal Venezuela, Terra di Liberatori, a 521 anni dall’inizio della Resistenza anti-imperialista in America, e a 203 anni dall’inizio della Nostra Indipendenza,
Coordinadora “Simón Bolívar”
Libertaria, Rivoluzionaria, Solidale, Indigenista, Popolare y Socialista.
“Nè guerra tra i popoli, nè pace tra le classi”
Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://coordinadorasimonbolivar.wordpress.com/2013/10/11/el-holocausto-americano-escrito-por-la-coordinadora-simon-bolivar/
Data dell'articolo originale: 11/10/2013
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10737