giovedì 27 giugno 2013

Il caso “Datagate - Edward Snowden”


Il caso “Datagate - Edward Snowden”

















Julian Assange ДЖУЛИАН АССАНЖ جوليان ٱسانج 
http://wikileaks.org/Statement-by-Julian-Assange-after,249.html 

Tradotto da  Curzio Bettio



Dichiarazioni di Julian Assange dopo un anno da rifugiato politico nell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra.


“Ora è giusto un anno da quando sono entrato in questa ambasciata e vi ho cercato rifugio dalla persecuzione nei miei confronti.
A seguito di tale decisione, sono stato in grado di sottrarmi con relativa sicurezza ad un’indagine degli Stati Uniti in cui vengo accusato di spionaggio.
Ma oggi, ha avuto inizio il calvario anche di Edward Snowden.
Due pericolosi e sfrenati processi hanno messo radici negli ultimi dieci anni, con conseguenze fatali per la democrazia.
La segretezza delle amministrazioni governative si sta espandendo su dimensioni terrificanti.
Allo stesso tempo, la privacy di ogni singolo individuo è stata segretamente sradicata.
Poche settimane fa, Edward Snowden ha denunciato un programma in corso - che coinvolge l’amministrazione Obama, il sistema spionistico e i giganti dei servizi internet - per spiare tutti nel mondo.
Naturalmente, come avviene di regola da parte dell’amministrazione Obama, Snowden è stato accusato di spionaggio.
Il governo degli Stati Uniti sta spiando su tutto e tutti, su ciascuno di noi, ma è Edward Snowden ad essere accusato di spionaggio per averci informati.
Ciò ci porta al nocciolo della questione, per cui il segno della distinzione internazionale e del servizio per l’umanità non è più il Premio Nobel per la Pace, ma un atto d’accusa di spionaggio da parte del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti.
Edward Snowden è l’ottava “gola profonda” ad essere accusata di spionaggio sotto questo presidente.
Lunedì, il processo spettacolo nei confronti di Bradley Manning entra nella sua quarta settimana. 
Dopo una sequela di maltrattamenti a lui impartita, il governo degli Stati Uniti sta tentando di condannarlo per avere “aiutato il nemico”.
Bradley Manning (sx) e Edward Snowden (dx)

In questi giorni la parola “traditore” è stata sbandierata ai quattro venti.  
Ma qui, chi è il vero traditore?
Chi è stato che ha promesso una generazione di “speranza” e “cambiamento”, e ha solo tradito quelle promesse con miseria deprimente e stagnazione?
Chi ha prestato giuramento di difendere la Costituzione degli Stati Uniti, solo per nutrire la bestia invisibile di una legge segreta che piena di vitalità sta divorando questa Costituzione dall’interno?
Chi è che ha promesso di presiedere l’Amministrazione Più Trasparente della storia, solo per schiacciare informatore dopo informatore sotto una ridda di accuse di spionaggio?
Obama e la Costituzione degli Stati Uniti...

Chi ha concentrato nel suo esecutivo i poteri di giudice, giuria e boia, e ha affermato la giurisdizione su tutto il pianeta, su cui esercitare questi poteri?
Chi si arroga il potere di spiare su tutta la terra – di spiare ognuno di noi - e quando viene colto in flagrante, ci spiega che “noi dobbiamo fare una scelta”?
Chi è questa persona?
Dobbiamo fare molta attenzione su chi chiamiamo “traditore”.
Edward Snowden è uno di noi.
Bradley Manning è uno di noi.
Loro sono giovani, persone inclini ad una mentalità tecnica, appartenenti alla generazione che Barack Obama ha tradito.
Loro appartengono alla generazione che è cresciuta su internet, e sono stati conformati dalla rete.
Il governo degli Stati Uniti ha sempre più bisogno di analisti di intelligence e di amministratori di sistemi, e sarà costretto ad attingerli da questa generazione e da quelle che la seguiranno.
Un giorno, questa generazione dirigerà la NSA [Agenzia per la sicurezza nazionale che attua spionaggio elettronico, N.d.T.], la CIA e l’FBI.
Questo non è un fenomeno in via di dissoluzione.
Tutto ciò è inevitabile.
E per cercare di schiacciare sotto pesanti accuse di spionaggio questi giovani datori di informazioni, il governo degli Stati Uniti sta scontrandosi con una generazione, e questa è la battaglia che sta per perdere.
Questo non è il modo di sistemare le cose. 
La sola maniera per mettere a posto le cose è la seguente:
cambiare politica;
smetterla di spiare il mondo;
sradicare le leggi segrete;
cessare con le detenzioni a tempo indefinito e senza processo;
basta con l’assassinio di persone;
basta con le invasioni di altri paesi e basta inviare lontano i giovani statunitensi per ammazzare o essere ammazzati;
basta con le occupazioni e smetterla con le guerre segrete;
basta rovinare giovani: Edward Snowden, Barrett Brown, Jeremy Hammond, Aaron Swartz, Gottfrid Svartholm, Jacob Appelbaum, e Bradley Manning. 
La messa in stato di accusa di Edward Snowden ha lo scopo di intimidire qualsiasi paese che potrebbe essere considerato in procinto di alzarsi in piedi per difendere i propri diritti.
Non deve essere permesso a questa tattica di entrare in azione.
Lo sforzo di trovare asilo per Edward Snowden deve essere intensificato.
Quale sarà il paese coraggioso che si solleverà a sua protezione, e riconoscerà il suo servizio in favore dell’umanità?
Dite ai vostri governi di farsi avanti. Di farsi avanti, e di mettersi a fianco di Snowden.”



Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://wikileaks.org/Statement-by-Julian-Assange-after,249.html 

giovedì 20 giugno 2013

L'economista premio Nobel per l'economia Paul Krugman: "Scuse Strutturali"

Paul Krugman: "Scuse Strutturali"

Il solito Krugman mette a nudo la verità dietro le “formule magiche” dei nostri fallimentari traghettatori. Quando Monti, Letta, Prodi e compagnia parlano di “riforme strutturali”, in realtà intendono il taglio delle retribuzioni dei lavoratori.

E ne parlano continuamente per una ragione precisa: la loro supposta mancanza è la scusa per giustificare il fatto di non affrontare e correggere i meccanismi macroeconomici che hanno causato la crisi. Buona lettura.



 Traduzione di Ugo Sirtori
vocidallestero.blogspot.it/

In un precedente post ho promesso di spiegare perché tendo ad arrabbiarmi quando sento la frase “riforme strutturali”, specialmente in Europa.

In parte, la ragione è che la frase suona bene, ma può voler dire un sacco di cose. In molti casi “riforme strutturali” è la frase in codice che significa l’eliminazione dei diritti dei lavoratori e/o il taglio profondo delle prestazioni sociali. Qualche volta queste cose sono necessarie – diciamocelo, la Francia ha reso troppo conveniente andare in pensione a 55 anni – ma andrebbero chiamate col loro nome, non impacchettate in un linguaggio generico che nasconde la natura dolorosa del concetto.

Questo mi porta a considerare un secondo problema: quando una frase fatta diventa parte di quello che dicono le Persone Molto Rispettabili proprio perché suona Rispettabile, è tempo di smettere di usare tale frase, per obbligare le Persone Molto Rispettabili a spiegare cosa vogliono davvero dire. Nel contesto USA, “riforma del sistema di assistenza” è roba da Persone Molto Rispettabili – voglio dire, chi può essere contrario alle riforme? Ma c’è un mondo di differenza tra il tentativo superare il pagamento dei medicinali di base – una riforma che appoggio – e, per esempio, innalzare l’età per la copertura Medicare, che sarebbe una politica suicida. Queste proposte non dovrebbero avere lo stesso nome.

Ma la cosa fondamentale da dire sulle “riforme strutturali” in Europa è il loro ruolo nella discussione riguardo alle politiche macroeconomiche. Invece di riflettere sul fatto che a 5 anni dall’inizio della crisi l’Europa sta  sempre più profondamenteaffondando nella recessione, e chiaramente ha bisogno di meno austerità e di un’espansione monetaria più aggressiva, i soliti sospetti si mettono  a parlare del bisogno di “riforme strutturali”. E la mia impressione è che questi discorsi sulle riforme sono diventati, in pratica, non tanto una richiesta di azioni precise, quanto una scusa per non affrontare la realtà del disastro macroeconomico, e una maniera di evitare di considerare le responsabilità della Germania e della BCE, in particolare, nell'aiutare a  metter  fine all’attuale disastro.