La Festa dell’Unità Nazionale Russa del 4 novembre, inventata dal Cremlino anni fa per sostituire la tradizionale ricorrenza dell’anniversario della Rivoluzione bolscevica (che cade il 7 novembre), ha visto quest’anno una serie di cortei in diversi luoghi della capitale russa. Tre le manifestazioni all’insegna del nazionalismo, una sul versante opposto. Partiamo da quest’ultima, un breve corteo che ha visto circa 500 giovani antifascisti sfilare sul lungofiume nei pressi dell’hotel Ukraina con slogan contro la destra e contro il governo; parecchia polizia ma, almeno fino a quando scriviamo questo post, nessun incidente. Più rilevanti numericamente ma anche più statiche e poco interessanti la manifestazioni indette dal partito di governo Russia Unita – 10.000 persone riunite ai margini della città, nel parco-memoriale di Poklonnaya Gora dedicato ai caduti della guerra ’41-’45 – e dal movimento giovanile filogovernativo Nashi (“i nostri”), che ha tenuto un raduno con circa 15.000 persone dentro l’enorme recinto dell’ex Fiera delle realizzazioni del socialismo (VDNKh), ormai trasformata in una normale fiera commerciale.
Il corteo più atteso e temuto era però quello dei nazionalisti e razzisti dell’estrema destra, la “Marcia dei Russi”, che si è svolto senza incidenti nel quartiere operaio periferico di Lyublino e alla cui organizzazione hanno partecipato un po’ tutti i numerosi partitini e movimenti della galassia ultranazionalista moscovita, sotto lo slogan “La Russia ai russi, l’Europa ai bianchi”. Molto scalpore aveva fatto, nelle scorse settimane, l’annuncio dell’adesione alla marcia da parte di vari personaggi “sciolti” della cultura e dello spettacolo, nonché il sostegno dato all’iniziativa dal più noto blogger del Paese, Aleksej Navalny, conosciuto soprattutto per l’impegno nella lotta alla corruzione dei funzionari pubblici e degli amministratori dei grandi gruppi privati. La Marcia dei Russi secondo gli organizzatori avrebbe dovuto coinvolgere almeno 25.000 persone: secondo la polizia (che ha dato anche le altre cifre che compaiono in questo post) i partecipanti reali non sono stati più di 7.000 – che non sono comunque pochi, dato il carattere abbastanza estremista e “cattivo” della manifestazione, in relazione alla quale si temevano gravi incidenti come quelli avvenuti in più occasioni nei mesi scorsi.
La festa del 4 novembre dovrebbe celebrare l’unità nazionale del paese prendendo a spunto il supposto anniversario della liberazione di Mosca dal dominio polacco nel 1612. Quasi nessuno tra i cittadini, sostengono i sondaggi d’opinione, sa però collegare la nuova festa a quel remoto evento (pur celebrato anche da un famoso monumento sulla Piazza Rossa, dedicato appunto a Pozharskij e Minin, i due leggendari capi della rivolta che cacciò i polacchi). Per non creare troppi malumori, comunque, il governo ha aggiunto alla festa un giorno in più di vacanza dal lavoro, che va a “compensare” la perdita della festività tradizionale sovietica del 7 novembre. E dato che tradizionalmente il 7 novembre si teneva una grande sfilata di popolo dopo quella militare, nel giorno della nuova festa è stata concessa una sorta di “via libera” a cortei politici d’ogni tipo.
pubblicato il 4 novembre 2011
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