sabato 28 marzo 2009

Medicina LOTTA AL CANCRO: IL MONOSSIDO DI AZOTO E' UNA SORPRESA ?

Comedonchisciotte.org
DAE LINO ROSSI


Sorpresa e speranza. Questi sono stati gli effetti che ha sortito la notizia della guarigione o comunque del netto miglioramento di un cane affetto da un tumore (1).

Per chi cerca di informarsi con un po’ di assiduità a proposito dei temi della salute, la notizia non è sorprendente.

"Già nel 1992 la rivista scientifica Science battezzò l’NO molecola dell’anno” (2).

Il premio Nobel per la medicina del 1998 è stato assegnato a dei ricercatori che avevano scoperto l’essenziale funzione di questo gas; “Il monossido di azoto, noto per essere un pericoloso inquinante derivato dagli scarichi delle macchine, è in realtà prodotto anche dalle cellule degli animali superiori, le quali se ne servono per comunicare fra loro. Questa in sintesi l'importantissima scoperta che è stata premiata quest'anno con il Nobel per la medicina, assegnato a Robert F. Furchgott della State University a New York, Luiss J. Ignarro, della University of California a Los Angeles e Ferid Murad, della Texas Medical School a Houston.” (3)



Ai lettori di questo sito è stato più volte sottoposto un libro “medico”, abbastanza pesante ma leggibile, che affronta in dettaglio proprio il tema del monossido di azoto (4). L’intero secondo capitolo, una scoperta sensazionale, è dedicato all’NO.

Con questo farmaco (1) si va a sopperire alle carenze che manifesta l’immunità cellulare, quella che dovrebbe attaccare gli aggressori proprio tramite l’NO.

La strada è sicuramente giusta. La domanda da porsi è: la lobby delle chemioterapie e delle radioterapie sarà disponibile a rinunciare agli attuali ingentissimi profitti?

Già dal 1990 si sa che c’è la necessità di un completo cambio di paradigma, documentata da una statistica epidemiologica prolungata del Centro federale tedesco di ricerca oncologica che riporta per i malati di cancro trattati con chemioterapia una sopravvivenza media di 3,5 anni a confronto di una sopravvivenza media dei malati di cancro senza chemioterapia di 12 anni (5).

Nonostante questo i “professionisti del business del cancro” scorrazzano indisturbati, senza contraddittorio,
infinitamente ossequiati, soprattutto su RadioRai1, riproponendo all’infinito il loro mantra:
1) senza rimedi chemioterapici l’attesa di vita sarebbe inferiore (falso);
2) non sono disponibili alternative (falso); dovrebbero dire che non sono disponibili a verificare l’esistenza di alternative.
L’unica cosa che non negano è che coi loro intrugli, pesantemente cancerogeni, la completa guarigione è “rara”, ma non è colpa loro se il paziente si ammala di cancro! (per la prima diagnosi non c’è dubbio, ma per la ricaduta? (6)) Non contenti espellono dall’ordine dei medici quei pochi professionisti seri (ippocratici) che curano e guariscono veramente la malattia (7). Le cure “alternative” che funzionano, che sono tante (8), ristabiliscono quell’equilibrio fra l’immunità cellulare e la risposta anticorpale, necessario per la piena salute.

La cura del cane è una interessantissima scorciatoia, soprattutto per i casi più gravi. Temo però che la lobby del cancro riuscirà anche in questo caso ad occultare la realtà. I medici che ragionano con la loro testa vengono espulsi dall’ordine e non possono più esercitare, mentre chi non è iscritto all’ordine non è titolato a pronunciarsi: in Italia la situazione è blindata a favore della lobby. Non resta che sperare che in qualche altro paese ci sia maggior spazio per la dissidenza dal pensiero unico chemiocratico.
È vero che se tutti i malati di cancro si guarissero sarebbe un disastro, perché diminuirebbe il PIL, ma è anche vero che si possono trovare metodi più intelligenti per aumentarlo (ma non vanno chiesti alla BCE che non li conosce di sicuro; quelli sanno solo provocare recessione).
È anche vero che così facendo aumenterebbe ancora di più la popolazione mondiale (9). Ma non mi pare un valido argomento per ammazzare il prossimo, anche perché la Yakuzia è grande 10 volte l’Italia ed è abitata da 1 milione di persone, l’Argentina è grande 9 volte l’Italia ed è abitata da 40 milioni di persone, ecc.. Mi sembra più efficace, per il contenimento delle nascite, la politica dello sviluppo e della responsabilizzazione: l’aumento della cultura nella popolazione ha sempre portato ad una forte riduzione della natalità.

Lino Rossi
Fonte: www.comedonchisciotte.org
29.03.2009

NOTE

(1) http://www.corriere.it/salute/09_marzo_26/bazzi_cane_tumore_0ca1a68e-19dd-11de-a7d3-00144f486ba6.shtml
(2) http://www2.unicatt.it/pls/catnews/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=13512
(3) http://server11.infn.it/pub/galileo/archivio/mag/981031/4_frame.html
(4) http://www.macroedizioni.it/libro.php?id_libro=94&body=brani 
La Rivoluzione Silenziosa della Medicina del Cancro e dell'Aids - Nuove conoscenze fondamentali sulle vere cause della malattia e della morte confermano l'efficacia della terapia biologica di compensazione - Set-03 - Heinrich Kremer.
(5) Ulrich Abel: Die zytostatische Chemotherapie fortgeschrittener epithelialer Tumoren. Hippokrates 1990. ISBN 3-7773-0967-2.
(6) http://www.snamid.org/Dottor-Web/cancro.htm 
"L'alternativa al cancro - ... Iniziamo a vedere cosa realmente viene fatto a chi OGGI si ammala di cancro. Nella stragrande maggioranza dei casi si usano, dove è possibile, unicamente tre metodi: l'asportazione chirurgica, la chemioterapia e l'irradiazione. Il primo rimedio è del tutto inutile, perché il tumore non è che lo stadio finale e più visibile di una situazione patologica che coinvolge tutto l'organismo. Pertanto, dopo l'asportazione, la recidiva è quasi la regola, in quanto le difese del paziente saranno ulteriormente indebolite dal trauma delle ferite, dall'intossicazione dell'anestesia, dagli antibiotici e dagli altri medicinali. Gli altri due metodi si basano sul fatto che le cellule cancerose sono più deboli di quelle sane, pertanto, sotto l'azione di veleni o di radiazioni ionizzanti, sono le prime a morire. Questa constatazione porta però a una delle pratiche più insensate della storia della medicina: avvelenare ed irradiare il paziente per guarirlo! Anche la persona meno informata, riesce a comprendere che guarigione significa miglioramento della salute. Nessuno pensa che l'inquinamento, gli esperimenti atomici o l'incidente di Chernobyl siano i provvidenziali vantaggi dei nostri tempi per mantenerci sani. Nei fatti, anche con la chemioterapia e l'irradiazione, dopo un iniziale, apparente successo, il malato, con il sistema immunitario massacrato, indebolito nel corpo e nella mente, svilupperà generalmente in breve tempo un nuovo tumore, questa volta ancor più difficile da curare. …".
(7) http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/01/02/NZ_21_SINI.html 
http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/01/26/NZ_20_ERVI.html 
http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/03/26/NZ_29_SEGN.html 
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3344
(8) http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3085
(9) http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=15163

mercoledì 18 marzo 2009

I taliban sono destinati a incendiare il Reichstag?

AUTORE: Pepe ESCOBAR

Tradotto da Manuela Vittorelli


">Per chi si stesse chiedendo dove il vice presidente degli Stati Uniti trascorra il suo – abbondante – tempo libero, ha appena passato un martedì ricco di eventi ai quartieri generali dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) e dell'Unione Europea a Bruxelles.

Il messaggio di Biden agli europei nel panico per la crisi finanziaria (ma esitanti a salvare l'Europa Orientale) è stato, be', confortante: “Vale la pena di avviare un dialogo per determinare se ci sia o no chi è disposto a partecipare a uno stato afghano sicuro e stabile”.
Questo doveva servire a sottolineare la fondamentale (rivoluzionaria) tattica contro-insurrezionale degli Stati Uniti nel sempre più tumultuoso teatro afghano-pakistano: l'urgenza di lanciare un bel dibattito con i taliban “buoni”.

Come se i pezzi grossi della NATO non se ne fossero accorti – e forse è così – seguendo l'esempio dei loro soldati che preferirebbero comprare tappeti a Chicken Street a Kabul piuttosto che affrontare un mujaheddin, Biden ha sottolineato che la situazione nel teatro sud-asiatico si sta aggravando.

Gli europei non sono rimasti impressionati; cioè non hanno cacciato fuori altri soldati. Biden ha detto che l'attuale caos “rappresenta una minaccia per la sicurezza... non solo per gli Stati Uniti, ma per ogni singola nazione attorno a questo tavolo”. Non ci sono ancora prove credibili che i taliban intendano entrare dalla Porta di Brandeburgo sui loro fuoristrada Toyota e vogliano incendiare (una seconda volta) il nuovo, post-moderno Reichstag riprogettato da Sir Norman Foster.

La caccia ai taliban “buoni”
Uno stratega francese ha confermato ad Asia Times Online che Biden e la sua eminente tavola rotonda della NATO non sono riusciti ad accordarsi sui “buoni” taliban con cui dialogare. Una conferenza via Skype con il Presidente afghano Hamid Karzai non era in grado di far luce sulla questione. Una telefonata al fantoccio oltreconfine, il vedovo di Benazir Bhutto Presidente Asif Ali Zardari, avrebbe potuto.

Contrariamente a un membro femminile del parlamento afghano di Kabul che la scorsa settimana ha riassunto molto bene il tutto (“Mandateci 30.000 studiosi. O 30.000 ingegneri. Ma non mandate altri soldati, questo non farà che portare altra violenza”), il presidente afghano Karzai – lo chiamano il sindaco di Kabul – rimane isolato, e così ha deciso di restare fermo sulle sue posizioni cercando di prevedere i risultati delle elezioni fissate per agosto.

Gli afghani non ci sono cascati. Non ci è cascata neanche la cricca di realisti neo-liberali che compongono la squadra per la politica estera del Presidente Barack Obama. Certo, preferirebbero avere un altro fantoccio afghano quanto prima, ma per ora aspettano tutti le elezioni di agosto.

Per quanto riguarda Zardari, resta in fin dei conti il tizio a cui fare riferimento quando si tratta di abbracciare un taliban. Ha stretto un patto con Baitullah Mehsud, il capo del Tehrik-i-Taliban in Pakistan. Ha stretto un patto con il Tehreek-e-Nafaz-e-Shariat-e-Mohammadi (TNSM) che ha portato alla liberazione del suo leader, l'intrattabile Sufi Mohammad. Il 16 febbraio il governo della Provincia di Frontiera Nord-Occidentale (NWFP) ha firmato il trattato di pace di Swat; questo significa che la TNSM applicherà la sharia nella valle e non attaccherà le truppe di Zardari.

Questo modello può valere anche per altre aree tribali. Due settimane fa i taliban e il governo pakistano hanno dichiarato una tregua nella regione di Bajaur, e questo porterà certamente a un altro accordo di pace. Subito dopo tre fazioni chiave dei taliban – il gruppo Mehsud, il Gul Bahadur e il Mullah Nazir – hanno comunicato la formazione di una stretta alleanza nel Waziristan per combattere non Zardari e l'élite di potere feudale pakistana ma la NATO, gli americani, la loro “guerra al terrore” e in generale l'occupazione straniera.

Il capo del Comando Centrale degli Stati Uniti Generale David “Mi sto posizionando per le elezioni del 2012” Petraeus, il capo del Pentagono Robert Gates, Obama, Biden, la NATO, sono tutti concordi con la linea ufficiale. Il problema adesso è trovare questi “buoni” taliban così elusivi.

Biden di certo sa che alla fine dello scorso anno un gruppo scelto di diplomatici afghani più il fratello di Karzai, Ahmad Wali, ha infine parlato con alcuni taliban, buoni o cattivi, grazie alla famigerata mediazione saudita. Doveva per forza esserci l'approvazione degli Stati Uniti.

Quello che Biden non ammette pubblicamente è che la strategia di Petraeus-Gates-Obama-Biden consiste nel riversare una pioggia di dollari americani su qualsiasi comandante taliban sia disposto a stringere qualche tipo di accordo con la NATO. Zardari da parte sua sta facendo lo stesso; ma molto, molto più velocemente.

"Taliban" naturalmente è un termine straordinariamente elastico. L'eterogenea ciurma che sta dando la caccia ai taliban “buoni” dovrebbe almeno sapere chi sta cercando.

Numero uno: i taliban storici guidati dal Mullah Omar, visto l'ultima volta nell'autunno del 2001 nella provincia di Kandahar mentre fuggiva dalle bombe americane per entrare nella leggenda in sella a uno scooter Honda 50cc. Gli assi del controspionaggio degli Stati Uniti sanno che ora è a Quetta, nel Belucistan – territorio pakistano, e ha accesso alla posta elettronica. Però non sono stati capaci di mandargli neanche un SMS.

Numero due: l'Hizb-i-Islami (Partito Islamico) dell'ex primo ministro afghano nonché super signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar; in senso stretto non sono taliban.

Numero tre: il gruppo del famoso comandante del jihad Jalaluddin Haqqani, che fa base nelle aree tribali del Waziristan in Pakistan.

Poi ci sono almeno tre gruppi taliban pakistani: il Mehsud, il Gul Bahadur e il TNSM.

E infine qualsiasi gruppo di pastori pashtun che abbiano in odio l'occupazione straniera (praticamente tutti); si siano visti uccidere la famiglia dagli americani, dalla NATO o dall'esercito pakistano (molti); o abbiano perso i loro raccolti d'oppio, cioè la loro fonte di sussistenza (e ce ne saranno molti altri, non appena le ulteriori truppe mandate da Obama toccheranno la provincia di Helmand).

Tutti questi taliban, sul suolo afghano, fanno non più di 15.000 persone, secondo il Ministro degli Interni afghano; ma si dà il caso che siano molto attivi, e raggiungibili, in non meno di 17 province afghane. Di certo gli oltre 60.000 soldati statunitensi e della NATO, per non parlare dei 17.000 del “surge” di Obama, potrebbero farci due chiacchiere.

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© Steve Bell

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Dove sta il mullah
Si può scommettere una cassa di Chateau Margaux del 1982 sul fatto che nessuno alla NATO sa trattare con Hekmatyar – l'uomo che scelse di distruggere Kabul durante la guerra civile alla metà degli anni Novanta prima che i taliban prendessero il potere nel 1996 (e di lui si dice che riuscì a uccidere più afghani che sovietici).

Hekmatyar è il Michael Corleone del jihad. Recentemente a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la gente di Karzai ha pensato di aver fatto a Hekmatyar la famosa “offerta che non si può rifiutare”: prima asilo in Arabia Saudita, poi ritorno in Afghanistan con immunità totale. Avevano dimenticato che il fiero Hekmatyar non vuole asilo. Vuole la sua fetta di torta a Kabul – preferibilmente quella più gustosa.
L'ex ministro degli esteri dei taliban Mullah Muttawakil – che il vostro corrispondente ha avuto il piacere di incontrare all'epoca d'oro dei taliban – sa per esperienza che non funzionerà. Ha detto ad al-Jazeera: “Non porterà vantaggi a nessuno... non porrà fine alla guerra”.

Questo significa che la caccia al buon taliban dovrà concentrarsi sulla ricerca dell'Ombra in persona, il Mullah Omar, con il quale tentare un dialogo.

E cosa direbbe mai il Mullah Omar a tutti questi occidentali improvvisamente così loquaci? Direbbe esattamente quello che il suo caro amico Mullah Mutassim, ex ministro delle finanze dei taliban, ha detto al periodico al-Samoud due settimane fa: vogliamo gli Stati Uniti e la NATO subito fuori dall'Afghanistan, vogliamo la sharia e non vogliamo assolutamente alcuna interferenza occidentale nel nostro paese.

Cosa vuole invece Michael Corleone – ops, Hekmatyar?

Non è un taliban. Non è di al-Qaeda. Era un cocco degli Stati Uniti, dell'Arabia Saudita e dei servizi segreti pakistani, l'ISI, durante il jihad degli anni Ottanta. Non è un fondamentalista, è più vicino ai Fratelli Musulmani. La CIA ha cercato di ucciderlo con un missile Hellfire (cos'altro?). L'ha scampata.

Il vostro corrispondente ci si è quasi imbattuto nella provincia di Kunar nel 2002 – con grande sorpresa delle truppe statunitensi che gli davano la caccia. Poi l'ISI (chi altri?) lo aiutò a riorganizzarsi. Karzai gli offrì una fetta della torta a Kabul, ma non era abbastanza gustosa. Il Pakistan rilasciò suo fratello. La Cina invitò alcuni suoi soci a Pechino.

E così tutti lo amano: Karzai, Zardari, l'ISI, la Casa di Saud, la Cina e, prima o poi, l'amministrazione Obana. Potrebbe perfino ricevere un'offerta che non può rifiutare. Ma c'è un problema: vuole anche che gli Stati Uniti e la NATO se ne vadano. Ed è abbastanza scaltro da tentare di far combattere un'alleanza taliban rinvigorita ed eccitata dai soldi dell'oppio contro le tattiche contro-insurrezionali di Petraeus e Gates. A proposito, Hekmatyar fu un pioniere nella raffinazione dell'eroina in Afghanistan, invece di limitarsi a tassare l'oppio.

E allora cosa succederà? Beh, le solite cose. I taliban pakistani daranno una mano nella preparazione della grande offensiva di primavera guidata dal... Mullah Omar contro gli Stati Uniti e la NATO in Afghanistan. A Bruxelles i cinici scommettono sul fatto che alla NATO si sappia benissimo che questo braccio armato dell'arroganza occidentale non ha una sola occasione di farcela contro mujaheddin nati per combattere che hanno sconfitto chiunque da Alessandro Magno in poi.

A beneficio dell'opinione pubblica Obama insiste nel dire che “non abbiamo alcun interesse o aspirazione” a restare in Afghanistan “a lungo”. Ovviamente si è dimenticato di chiederlo al Pentagono. La loro bibbia infestata di acronimi, il famoso FM 3-05.202 [Special Forces Foreign Internal Defense Operations, il manuale di 110 pagine per l'appoggio – anche non dichiarato – delle Forze Speciali degli Stati Uniti a governi stranieri contro le rivolte o le insurrezioni interne, N.d.T.] fa capire che la contro-insurrezione durerà per sempre. Il Tenente Colonnello in congedo David Barno, ex comandante delle forze statunitensi in Afghanistan, ha perfino detto che gli Stati Uniti ci resteranno fino al 2025.

Un sacco di tempo per cercare dei taliban “buoni” con cui parlare oppure, Allah non voglia, assistere impotenti mentre conquistano Berlino al suono della Cavalcata dei Pashtun eseguita dai Berliner Philharmoniker.


;">Originale: Taliban set to burn the Reichstag?

Articolo originale pubblicato il 13/3/2009

L’autore

Manuela Vittorelli è membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questo articolo è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne autori, traduttori, revisori e la fonte.

URL di questo articolo su Tlaxcala:
http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=7245&lg=it

domenica 8 marzo 2009

Impossibile la 'contaminazione accidentale' di un vaccino con il virus dell'influenza aviaria




I giornali della Repubblica Ceca disc
utono se la contaminazione del vaccino della Baxter sia stato un "tentativo di provocare una pandemia"

I quotidiani della Repubblica Ceca stanno dibattendo se la sconvolgente scoperta dei vaccini contaminati con il virus mortale dell'influenza aviaria, distribuiti dall'azienda americana Baxter a 18 nazioni, indichi ciò come parte di una cospirazione volta a provocare una pandemia.

L'affermazione ha acquistato peso perchè proprio stando ai protocolli dei laboratori che costituiscono una routine per i fabbricanti di vaccini, risulta praticamente impossibile miscelare a dei vaccini un virus vivo, biologicamente attivo e pericoloso.

La Canadian Press riferisce che : "L'azienda che ha distribuito il materiale contaminato dal virus dell'aviaria - proveniente da uno stabilimento in Austria - ha confermato venerdì che il prodotto, in via di sperimentazione, conteneva virus vivi H5N1 dell'influenza aviaria."

I vaccini della Baxter contaminati da H5N1 - altrimenti nota come forma umana dell'influenza aviaria, una delle armi biologiche più mortali al mondo avendo un tasso di mortalità del 60% - sono stati ricevuti da laboratori nella Repubblica Ceca, Germania e Slovenia.

Inizialmente, la Baxter ha cercato di ostacolare la discussione accampando "segreti commerciali" e si era rifiutata di rivelare come i vaccini fossero stati contaminati dall' H5N1. Al crescere delle pressioni, hanno quindi sostenuto che fossero state inviate per errore partite pure di H5N1. Questo è considerato, a ragione, un tentativo di cambiare rapidamente la storia e di nascondere il fatto che la contaminazione accidentale di un vaccino da parte di un agente mortale, quale è il virus dell'influenza aviaria, sia praticamente impossibile e che l'unico modo col quale potrebbe essere successo è per deliberata e totale negligenza criminale.

Stando alla traduzione degli articoli stampati sui quotidiani cechi, i media stanno sollevando interrogativi inquietanti relativi all'ipotesi che la contaminazione fosse parte di un piano deliberato volto a scatenare una pandemia [ = epidemia con estensione mondiale, ndt ].

"E' stata solo una negligenza criminale o è stato un tentativo di provocare una pandemia usando la vaccinazione contro l'influenza quale modo per diffondere la malattia - come successe con le vaccinazioni anti epatite B i cui vaccini negli USA contenevano il virus dell' HIV - per poi far soldi con i vaccini contro l'H5N1 che sono stati messi a punto dalla Baxter ? Come è mai possibile al mondo che un virus quale l'H5N1 finisca dentro dei comuni vaccini antinfluenzali ? Nelle aziende farmaceutiche americane non vengono seguite nemmeno le più elementari precauzioni ?" così nella traduzione.

La prova del crimine è il fatto che la Baxter ha mescolato il virus mortaleH5N1 con una miscela di virus influenzali stagionali H3N2. Di suo, il virus H5N1 ha ucciso centinaia di persone, ma è meno volatile e meno facile alla diffusione, però, se combinato con virus influenzali stagionali, che come tutti sanno sono incredibilmente volatili e facilmente diffondibili, ne deriva è un'arma biologica potente, fortemente volatile ed incredibilmente mortale.

Come spiega l'articolo della Canadian Press : " Mentre l'H5N1 non può infettare facilmente le persone, l'H3N2 lo fa. Se qualcuno, esposto ad una miscela dei due, si ritrova simultaneamente infettato dai due ceppi, può fungere da incubatrice per un virus ibrido in grado di trasmettersi facilmente fra, ed alle, altre persone.

Pertanto, ci sono ben pochi dubbi che si sia trattato di un atto deliberato teso ad 'armare' il virus H5N1 alla sua massima potenza per poi distribuirlo alla popolazione per mezzo di innocui vaccini antinfluenzali; popolazione che poi avrebbe infettato gli altri in misura devastante dal momento che l'infezione si diffonda per via aerea.

Gli articoli della Canadian Press affermano che : "Questo processo di rimescolamento, chiamato 'riassortimento', è uno dei due modi per creare virus pandemici, " ma successivamente sostengono che non esistono prove che questo sia quello che ha fatto la Baxter, benchè non ci sia nessuna chiara spiegazione prima di tutto del perchè la Baxter detenga campioni di virus dell'influenza aviaria vitali.

Comunque, per ribadire, l'aspetto chiave di questa storia è che è praticamente impossibile che virus vitali dell'influenza aviaria trovino un modo per finire 'per caso' dentro a dei vaccini.

Come evidenzia Mike Adams, esperto della salute : " La risposta sconvolgente è che questo non può essere stato un incidente. Perchè ? Perchè la Baxter International aderisce ad una cosa che si chiama BSL3 ( Biosafety Level 3 ), un insieme di protocolli di sicurezza per i laboratori che servono a prevenire le contaminazioni incrociate fra i diversi materiali."

Come spiegato su Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Biosaf…) :

"Il personale di laboratorio ha un addestramento specifico per il maneggiare agenti patogeni e potenzialmente letali, ed è supervisionato da scienziati competenti che hanno esperienza nel lavorare con tali sostanze. Questa è considerata una zona neutra o tiepida. Tutte le procedure che coinvolgono le manipolazioni di materiali infetti sono condotte all'interno di cabine di sicurezza o di altre apparecchiature per l’isolamento dei materiali, o da personale che indossa abbigliamenti ed equipaggiamenti personali protettivi appropriati. Il laboratorio ha strutture ed attrezzature specificatamente progettate.
In base al codice di comportamento BSL3, è impossibile che virus vitali dell'influenza aviaria possano contaminare materiali per la produzione di vaccini che saranno spediti ai distributori di tutto il mondo.

Per spiegare questi eventi, restano solo due possibilità :

Possibilità n° 1 : La Baxter non stava adottando le procedure di sicurezza BSL3 o è così approssimativa nel seguirle che può commettere errori madornali che mettono in pericolo la sicurezza dell'intera razza umana. In questo caso, perchè vengono somministrati ai nostri bambini vaccini prodotti con materiali della Baxter ?

Possibilità n° 2 : nella Baxter c'è un dipendente imbroglione ( od un piano diabolico delle alte sfere direttive ), nel qual caso nel materiale da vaccinazione sono stati intenzionalmente inseriti dei virus vitali dell'influenza aviaria nella speranza che tali materiali potessero essere iniettati negli esseri umani e dessero inizio ad un'epidemia mondiale di influenza aviaria.
La diffusione dell'influenza aviaria avrebbe causato un'istantanea domanda esponenziale di vaccini contro l'influenza aviaria, i profitti che le aziende produttrici, quali la Baxter International, ne avrebbero tratto sarebbero stati astronomici.

Inoltre, come già detto, fra quelli che hanno interessi nel vaccino Tamiflu , c'è l'elite dei globalizzatori e dei membri Bilderberger tipo George Shultz, Lodewijk J.R. de Vink e l'ex Segretario alla Difesa [USA], Donald Rumsfeld.

Qualora si dovesse verificare una epidemia mondiale di aviaria, le autorià sia europee che americane, hanno piani dettagliati e noti per l'imposizione della legge marziale, della quarantena e dell'internamento.

Una ulteriore motivazione, che da anni abbiamo documentato in modo completo su questo sito web [ prisonplanet ], è il fatto che le elites hanno da tempo apertamente ammesso che vogliono conseguire una riduzione dell'80% di tutta la popolazione mondiale. Storie sconvolgenti quali questa portano plausibilmente e pericolosamente dentro la realtà questi racconti tirandoli via dal regno della teorie cospirazioniste.

"La Baxter sta agendo praticamente come un'organizzazione di terrorismo biologico dei giorni nostri, che spedisce campioni infetti in tutto il mondo. Se tu spedisci al tuo Senatore una lettera piena di antrace, vieni arrestato perchè ritenuto un terrorista. Allora, conclude Adams, perchè la Baxter - che ha spedito ai laboratori di tutto il mondo dei campioni di un ceppo di virus ben più mortale - se la cava semplicemente dicendo : " Ohh ! "

E questa non è la prima volta che dei produttori di vaccini sono colti in fallo a distribuire vaccini contaminati da virus mortali.

E' stato rivelato che nel 2006 la Bayer Corporation ha scoperto che una sua medicina da iniettare per la cura degli emofiliaci, era stata contaminata dal virus dell'HIV. Una documentazione interna prova che dopo che seppero per certo che il farmaco era contaminato, lo tolsero dal mercato USA per rifilarlo ai mercati europeo, asiatico e dell'america latina, esponendo deliberatamente migliaia di persone, la maggior parte delle quali bambini, al virus vitale dell'HIV. In Francia, esponenti ufficiali del governo finirono in galera per aver permesso la distribuzione del farmaco. La documentazione dimostra che la FDA [Food & Drugs Administration], è collusa con la Bayer nell’occultare lo scandalo e nel permettere la distribuzione mondiale del farmaco mortale. Nessuno della dirigenza Bayer ha mai rischiato l’arresto od un procedimento giudiziario in USA.

P. J. Watson