venerdì 18 ottobre 2013

L’Olocausto americano


L’Olocausto americano

Coordinadora Simón Bolívar 
Tradotto da  Francesco Giannatiempo



Per un presente di lotta radicato in un movimento per la difesa della causa amerindia (indigenismo) degno e combattivo contro l’ingiustizia, in fratellanza con gli afro-discendenti e con i meticci. Un’identità nella lotta per una società senza sfruttatori; un’identità senza esclusioni divisioniste né misticismi artificiali paralizzanti; senza manipolazioni dello pseudo-indigenismo made in USAID-UE - tanto compiacente alla genuflessione e al divisionismo neo-razzista dell’ambito popolare quanto funzionale al Grande Capitale. Alla vigilia del 12 Ottobre, abbiamo cominciato a ripensare la nostra identità con un fulcro unitario nella lotta per la giustizia sociale per tutte e tutti.

Da piccoli, per molte generazioni, ci hanno insegnato a celebrare il 12 Ottobre come “Il Giorno della Razza”… Questa distorsione della storia è solamente un dato in più di tante altre menzogne che ci hanno fatto ripetere fino a ritenerle vere. All’inizio, questa celebrazione venne imposta a ferro e fuoco. Fu imposta dal genocida conquistatore così come la sua lingua, le sue religioni, le sue credenze, il suo sistema politico ed economico, la sua cultura… attraverso lo sterminio sistematico di 70 milioni di nostri avi che vennero assassinati in molti modi, con il proposito di strappare loro la propria terra, spogliarli dei propri diritti ancestrali e, molte volte, addirittura per il solo piacere di vederli soffrire – come si può apprezzare in uno dei numerosi racconti di Fray Bartolomé de las Casas (Siviglia, 24 agosto del 1474 o 1484 – Madrid, 17 luglio del 1566) che fu un “encomendero” spagnolo [colonizzatore a cui veniva concessa un’ “encomienda”, ovvero l’assegnazione di un gruppo di indios a un colono, NdT] e poi frate domenicano, cronista, filosofo, teologo, giurista, «Procuratore o protettore universale di tutti gli indios delle Indie», ed è considerato uno dei fondatori del diritto internazionale moderno, un grande protettore degli indios e precursore dei diritti umani:
Una volta ho visto che, mentre quattro o cinque capi e persone importanti bruciavano sulle graticole (e credo anche che c’erano due o tre coppie di graticole dove altri stavano bruciando), siccome si lamentavano con grandi grida e facevano pena al capitano o gli impedivano di dormire, lui ordinò che venissero soffocati; la guardia, che era peggio del boia che li bruciava (e so come si chiamava; conobbi persino i suoi parenti a Siviglia), non volle soffocarli: con le proprie mani, prima gli mise in bocca dei bastoni di legno affinchè non facessero rumore, e poi attizzò il fuoco fino a che potessero morire arsi lentamente come lui desiderava”.
La nostra vera storia è riempita di questi racconti crudeli, di violazioni, torture, mutilazioni e umiliazioni atroci che, con l’oblio della distanza temporale, oggi ci sembrano incredibili, sebbene non lontani dall’attuale realtà mondiale, dove l’impero – adesso statunitense – applica le stesse tattiche di conquista, con strumenti moderni (droni, missili, bombe, armi chimiche). Molti di questi eventi sanguinari non vennero mai registrati e molti altri vennerogiustificati con le scuse più ironiche che si possano immaginare, includendo persino Dio. E attualmente si invade con la scusa della Democrazia o si uccide contro il “Terrorismo”.

Tale processo di conquista, con l’aiuto della scienza, della tecnica e della tecnologia attuale, si è raffinato a livelli sorprendenti, in cui il dominato neanche si rende conto della propria condizione, ma addirittura arriva fino alla difesa di chi lo sottomette mentalmente; viene preparato(“educato”) a segnalare, condannare, fino ad attaccare chi pretende di liberarlo o a lottare contro l’imperialismo e i suoi nuovi metodi – molte volte fatti “Legge”.
Malgrado tanti secoli di dominazione - prima fisica e ora mentale – nel Popolo Povero è sempre sopravvissuto il sangue ribelle, combattivo e libertario dei nostri antenati, amanti della libertà e della natura, indomabili di fronte all’ingiustizia e, soprattutto, disposti a vendicare i propri morti. Questa fiamma è stata trasmessa di generazione in generazione, attraverso il racconto orale e scritto, e soprattutto con l’esempio della lotta.

In Venezuela dobbiamo fare sforzi per riscattarci dall’oblio, dalla censura imperialista e borghese, dall’alienazione come maniera di schiavitù mentale, e diffondere alle nuove generazioni la nostra vera storia di resistenza.

Devono divenire familiari e tornare ad affiorare nella nostra identità culturale i nomi dei nostri guerrieri indigeni, i nostri Caciques, tali come furono:  Aramaipuro, Arichuna, Baruta, Catia, Caricuao, Cayaurima, Chacao, Chacumbele, Chicuramay, Cuaicurián, Conopaima, Guaicaipuro, Guaicamacuto, Guaratarí, Queipa, Mamacurri, Guarauguta, Manaure, Mara, Maracay, Meregote, Murachí, Naiquatá, Paisana, Paramacay, Paramaconi, Pariata, Maiquetía, Prepocunate, Sorocaima , Tamanaco, Terepaima, Tiuna, Yaracuy, Yare, Yavire, Paramaiboa, Pariaguán y Yoraco.

Nell’affanno di preservare la nostra memoria collettiva e storica, di mantenere accesa la rivolta latinoamericana dinnanzi all’invasore e, soprattutto, di costruire una società con una giustizia vera e con le libertà paritarie per tutti, la Coordinadora Simón Bolívar, propone di celebrare l’ 11 Ottobre come l’ “Ultimo Giorno d’America”; commemorare il 12 ottobre come l’ “Inizio dell’ Olocausto Americano” (o dell’ inizio dell’ “Invasione Europea dell’ America”); e il 13 Ottobre come l’ “Inizio della Resistenza Anti-imperialista in America”.

In Onore di Sabino Romero e a tanti altri fratelli che sono morti per mano del tuttora conquistatore,
Dal Venezuela, Terra di Liberatori, a 521 anni dall’inizio della Resistenza anti-imperialista in America, e a 203 anni dall’inizio della Nostra Indipendenza,
Coordinadora “Simón Bolívar”
Libertaria, Rivoluzionaria, Solidale, Indigenista, Popolare y Socialista.

Nè guerra tra i popoli, nè pace tra le classi”




Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://coordinadorasimonbolivar.wordpress.com/2013/10/11/el-holocausto-americano-escrito-por-la-coordinadora-simon-bolivar/
Data dell'articolo originale: 11/10/2013
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10737 

sabato 5 ottobre 2013

NUOVE REGOLE USDA SEMPRE MENO SICURE, SI SORVOLA SU FECI NASCOSTE , PUS , BATTERI E VARECHINA SUL POLLAME CONVENZIONALE... SI SALVI CHI PUO'

NUOVE REGOLE USDA SEMPRE MENO SICURE, SI SORVOLA SU FECI NASCOSTE , PUS , BATTERI E VARECHINA SUL POLLAME CONVENZIONALE... 

AIUTO, SI SALVI CHI PUO'
naturalnews.com
Con i nuovi trattati per gli scambi commerciali USA-Europa, le loro norme diventeranno le nostre norme?

Il Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA),  sta cercando di far passare un nuovo regolamento più moderno per la produzione del pollame che permetterebbe di eliminare un bel numero di ispettori dell’USDA e velocizzerebbe i processi di produzione dell’industria alimentare. Eliminerebbe anche le attuali protezioni, per quanto misere già siano, permettendo che nella carne di pollo e di tacchino siano tollerate percentuali maggiori (e occulte) di feci, pus, batteri ed inquinanti chimici.

Benché negli Stati Uniti i tassi di salmonella riscontrati nelle carni e nel pollame sono calati sensibilmente anno dopo anno, il numero annuo di persone infettate è rimasto praticamente stazionario. La principale ragione di questa anomalia statistica sembra consistere nel fatto che i metodi autorizzati attualmente dalla USDA per le carni ed il pollame siano totalmente inadeguati e datati e quindi inadatti a rilevare componenti contaminanti provenienti da allevamenti ed industria.

Ma un nuovo gruppo di direttive proposte dalla USDA renderà la situazione ancora peggiore, permettendo alle aziende non solo di effettuare le analisi in proprio ma anche di usare componenti chimici ancora più aggressivi, per poter trattare le carni avariate prima di rifilarle a noi consumatori.

Queste sì che sono buone notizie per l’industria del pollame: grazie ai compari nell’USDA taglierà i costi di 250 milioni di dollari l’anno. Ovviamente sono cattive notizie per i consumatori che ne pagheranno tutte le tossiche conseguenze.

Se avete visto anche una sola volta uno degli sconvolgenti filmati che mostrano come sono trattati negli allevamenti i polli, i tacchini e gli altri animali, allora conoscete già il tipo di maltrattamenti ed abusi ai quali sono sottoposti d’abitudine questi poveri animali. A causa delle terrificanti condizioni di vita, gli animali negli allevamenti sono zeppi di pericolosi patogeni, il che spiega ovviamente perché le loro carni devono assolutamente subire trattamenti chimici prima di essere confezionati. Il meno che si possa dire è che è un procedimento disgustoso.

Stando ad indagini documentate, dopo la macellazione,  il pollame viene appeso su lunghe linee di trasporto dove viene irrorato, immerso ed iniettato di ogni tipo di soluzione chimica – incluso il clorato di calce – prima di essere esposto sui banchi del supermercato. Queste soluzioni chimiche sono ovviamente messe a punto con cura con lo scopo di uccidere ogni tipo di batteri e far diventare la carne sicura per il consumo.

L’USDA vuole risolvere il dilemma dell’industria del pollame ricorrendo a maggiori additivi e minor controlli

Ma, come tutte le altre soluzioni basate sulla chimica e gradite all’industria alimentare, questo procedimento serve ad uccidere quegli agenti patogeni già conosciuti. Una valanga di nuove ricerche scientifiche inviate ultimamente alla USDA rivela come i procedimenti abituali impiegati dall’industria alimentare non funzionano con un’intera nuova generazione di super-batteri che resiste a tali prodotti chimici. La soluzione proposta dalla USDA sarebbe al momento quella di coprire il problema con l’impiego di ancora più sostanze chimiche.

Come spiega ChickenJustice.org: “Se diventeranno operativi i nuovi regolamenti, tutto il pollame sarà considerato a priori contaminato da feci, pus, scabbia e bile e sarà lavato con una soluzione di cloro. I consumatori mangeranno pollame contaminato e contenente ancora più scorie. Data l’accelerazione dei tempi di produzione, aumenterà anche il rischio di infortuni dei lavoratori e la probabilità di problemi dermatologici e respiratori a causa dei vapori da lavaggio con cloro. L’OSHA vorrebbe avere a disposizione 3 anni per condurre uno studio sull’impatto che le nuove linee di lavorazione – più veloci – avranno sui lavoratori, ma la USDA vuole rendere immediatamente operativo il nuovo regolamento”.

Per agire concretamente contro questo osceno programma della USDA destinato agli allevamenti del pollame, si può contattare la Casa Bianca visitando la pagina Take Action Now! sul sito http://chickenjustice.org.